C’è molta furbizia all’interno dell’ultima opera di Gibson, che ormai sembra specializzato in ricostruzioni storiche capaci di far gridare allo scandalo gli storici di tutto il mondo, o di affascinare e allo stesso tempo impressionare la maggior parte degli spettatori.
Gli altri, i cattivi, sono raffigurati come selvaggi nei cui occhi non si vede altro che odio, spietati assassini pronti a sacrificare centinaia di persone per assecondare le proprie superstizioni. Loro sono i principali artefici dell’apocalisse citata nel titolo, niente angeli sterminatori, solo odio tra uomini. Un monito chiaro che il regista vuole mandare a tutti e che, nonostante la violenza estrema e gratuita di molte scene, porta un messaggio di pace.
In conclusione, l’ultima fatica di Gibson rappresenta l’ennesima prova della sua bravura come regista. Completo in tutti gli aspetti “Apocalypto” è un film che va visto senza fermarsi alla superficie, perché al suo interno è denso di significati che vanno ben oltre l’inesattezza storica criticata da alcuni.

La frase che apre il film è molto chiara, “Una grande civiltà non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro”, e il film si chiude con un’immagine che rimanda a questo pensiero, mostrandoci le navi dei conquistatori spagnoli pronte a sbarcare sulle coste dell’isola. Per chi ha seguito la storia a quel punto è chiaro il fatto che buoni e cattivi non esistono più, perché i veri “cattivi” sono appena arrivati.
La civiltà Maya che ci presenta Gibson non ha mezze misure, e si presenta divisa tra tribù pacifiche, i cui abitanti vivono in armonia, scherzano tra di loro, hanno figli, mogli, litigano con la suocera, insomma, non sono molto diversi da noi tranne per il fatto che sono nudi e vivono in capanne.

Quindi è l’amore ad animare la storia principale del film l’amore di questo giovane “selvaggio” per la sua famiglia, e la lunga strada percorsa per correre da loro cercando di sfuggire a chi lo vuole morto.
A niente però vale il lieto fine, perché tutti sappiamo quale sarà il destino di Zampa di Giaguaro e della sua famiglia, lo preannunciano le navi che si vedono all’orizzonte.


1 commento:
Gibson mi stupisce ogni volta, abbagliata dalle critiche poco costruttive che consideravano questo film esclusivamente rappresentante violenza gratuita, ho tardato fin troppo a vederlo...è uno di quelli che ci lascia a bocca aperta!!!
Mi trovi, come spesso accade in accordo con te!
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