martedì 30 gennaio 2007

Apocalypto

Apocalypto (2006, regia Mel Gibson)




















C’è molta furbizia all’interno dell’ultima opera di Gibson, che ormai sembra specializzato in ricostruzioni storiche capaci di far gridare allo scandalo gli storici di tutto il mondo, o di affascinare e allo stesso tempo impressionare la maggior parte degli spettatori.
La frase che apre il film è molto chiara, “Una grande civiltà non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro”, e il film si chiude con un’immagine che rimanda a questo pensiero, mostrandoci le navi dei conquistatori spagnoli pronte a sbarcare sulle coste dell’isola. Per chi ha seguito la storia a quel punto è chiaro il fatto che buoni e cattivi non esistono più, perché i veri “cattivi” sono appena arrivati.
La civiltà Maya che ci presenta Gibson non ha mezze misure, e si presenta divisa tra tribù pacifiche, i cui abitanti vivono in armonia, scherzano tra di loro, hanno figli, mogli, litigano con la suocera, insomma, non sono molto diversi da noi tranne per il fatto che sono nudi e vivono in capanne.

Gli altri, i cattivi, sono raffigurati come selvaggi nei cui occhi non si vede altro che odio, spietati assassini pronti a sacrificare centinaia di persone per assecondare le proprie superstizioni. Loro sono i principali artefici dell’apocalisse citata nel titolo, niente angeli sterminatori, solo odio tra uomini. Un monito chiaro che il regista vuole mandare a tutti e che, nonostante la violenza estrema e gratuita di molte scene, porta un messaggio di pace.

Dentro questa cornice assistiamo alla storia di Zampa di Giaguaro, la cui tribù è stata annientata, che è stato rapito per diventare vittima sacrificale, ma che è riuscito a mettere in salvo la moglie e il figlio nascondendoli in un pozzo naturale.

Quindi è l’amore ad animare la storia principale del film l’amore di questo giovane “selvaggio” per la sua famiglia, e la lunga strada percorsa per correre da loro cercando di sfuggire a chi lo vuole morto.

A niente però vale il lieto fine, perché tutti sappiamo quale sarà il destino di Zampa di Giaguaro e della sua famiglia, lo preannunciano le navi che si vedono all’orizzonte.

In conclusione, l’ultima fatica di Gibson rappresenta l’ennesima prova della sua bravura come regista. Completo in tutti gli aspetti “Apocalypto” è un film che va visto senza fermarsi alla superficie, perché al suo interno è denso di significati che vanno ben oltre l’inesattezza storica criticata da alcuni.





1 commento:

Flavia ha detto...

Gibson mi stupisce ogni volta, abbagliata dalle critiche poco costruttive che consideravano questo film esclusivamente rappresentante violenza gratuita, ho tardato fin troppo a vederlo...è uno di quelli che ci lascia a bocca aperta!!!
Mi trovi, come spesso accade in accordo con te!

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