martedì 15 maggio 2012

Chronicle, la recensione

Regia: Josh Trank
Cast: Dane DeHaan, Michael Bakari Jordan, Ashley Hinshaw, Alex Russell, Michael Kelly, Anna Wood
Durata: 1h 24m
Anno: 2012

Dopo essere stati esposti alle radiazioni di un materiale sconosciuto, Andrew, Matt e Steve (Dane DeHaan, Alex Russell, Michael B. Jordan) cominciano a sviluppare dei poteri telecinetici. Con il passare del tempo i tre riescono a potenziare questo dono, arrivando a spostare oggetti sempre più grandi e diventando sempre più abili. Il più fragile dei tre, Andrew, comincia però a sviluppare anche un malsano senso di onnipotenza, che finirà irrimediabilmente per far precipitare questa situazione. 


All’insegna del “non facciamoci mancare niente” ecco che il cosiddetto filone “found footage” ingloba al suo interno un altro genere: il cinema supereroistico. Con le dovute eccezioni, sia chiaro. Non possiamo certo dire, infatti, che i tre protagonisti di Chronicle siano dei supereroi a tutti gli effetti, ma è anche vero che lo sviluppo dei loro superpoteri (dai quali derivano ovviamente grandi responsabilità) ricorda molto quello di altre figure molto care agli appassionati dei fumetti di casa Marvel e non solo, strizzando l’occhio, già che si trova, ad una serie di altri titoli di culto come Carrie – Lo sguardo di Satana e Akira, questi ultimi soprattutto nel finale, tanto epico quanto tragico. 

Riferimenti e citazioni a parte, l’esordio cinematografico dello sceneggiatore Max Landis (figlio del famoso John) e del regista Josh Trank funziona e, a differenza di altre pellicole simili uscite negli ultimi anni, ha il pregio di presentare una storia tanto semplice quanto appassionante. Quello che in realtà viene meno durante il suo sviluppo è la sua essenza da finto documentario. Potrebbe sembrare un controsenso, visto che le scelte registiche effettuate da Josh Trank, tutte finalizzate a rimanere ben ancorato al genere, sono tante e decisamente fantasiose, ma è proprio in questa ricerca spasmodica di una “visione amatoriale” che cade l’essenza stessa del mockumentary, nel senso che risulta difficile pensare che, al di là della storia raccontata, quello a cui stiamo assistendo è l’insieme di una serie di “documenti reali”. 

Ma è anche vero che questo sembra interessare solo in parte Chronicle e tutto sommato si tratta di una cosa che gioca anche a suo vantaggio. Il film diretto da Josh Trank è infatti in grado di intrattenere nel migliore dei modi, offrendo tutto quello che si potrebbe chiedere ad un’opera simile: sequenze spettacolari, il giusto approfondimento psicologico e un finale col botto che lascia aperta la strada per un sequel a quanto pare già in cantiere.

Pubblicato su ScreenWEEK

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...