mercoledì 8 giugno 2011

London Boulevard, la recensione

Regia: William Monahan
Cast: Colin Farrell, Keira Knightley, Anna Friel, David Thewlis, Ray Winstone, Matt King, Ben Chaplin, Ophelia Lovibond, Eddie Marsan
Durata: 1h 44m
Anno: 2010

Dopo aver passato un po’ di tempo in carcere, Mitchell (Colin Farrell) sembra aver imparato la lezione: ha deciso di tagliare i ponti con il passato e le cattive frequentazioni e sta cercando di guadagnarsi da vivere nella maniera più onesta possibile. Riesce a trovare un lavoro come tuttofare presso la residenza della giovane Charlotte (Keira Knightley), un’attrice che ormai da tempo si è ritirata dalle scene e vive rinchiusa, continuamente braccata dai paparazzi. Ma, si sa, non sempre le cose vanno come si vorrebbe. Per quanto Mitchell cerchi di allontanarsi dalle cattive compagnie, infatti, queste sembrano inseguirlo continuamente. Così, suo malgrado, finirà per essere coinvolto in un affare decisamente più grande di lui e sarà molto difficile uscirne.


Dopo aver vinto un Oscar per la sceneggiatura di The Departed, ecco che William Monahan fa il suo esordio dietro la macchina da presa, con una storia, ispirata ad un racconto di Ken Bruen, che ci propone ancora una volta quelle atmosfere noir, a quanto pare particolarmente care a questo ritrovato regista.
London Boulevard è decisamente un buon film, sebbene risenta dei difetti tipici di quasi tutte le opere prime, all’interno delle quali la “citazione colta” sembra una prerogativa irrinunciabile.
Ma, riferimenti cinematografici a parte, non possiamo certo lamentarci: quella diretta da William Monahan è un’opera che possiede infatti tutte quelle caratteristiche che il genere impone: una storia stratificata a dovere, che alterna i toni della commedia ad altri ben più drammatici; la giusta dose di atmosfera, resa ancora più efficace da una visione particolarmente beffarda della vita e di tutte quelle casualità che stabiliscono il percorso di ognuno di noi; un certo gusto per la rappresentazione, in grado di regalarci momenti di indubbia eleganza. A questo aggiungeteci un cast particolarmente ispirato, guidato da un Colin Farrel più convincente che mai e in grado di rendere alla perfezione i più svariati stati d’animo. Attorno a lui un parterre di comprimari di lusso, come Keira Knightley, Anna Friel, David Thewlis, Ray Winstone, Matt King e Ben Chaplin.

Certo, qualcuno potrebbe rimproverare una certa mancanza di linearità a livello di trama. Cosa indubbiamente vera, perché questo film, lungo il suo percorso, sembra sul serio abbracciare i generi più disparati. Ma la verità è che tutti i tasselli che compongono questa storia, sebbene diversissimi tra di loro, sono fondamentali.

Pubblicato su ScreenWEEK

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