Molta gente non è a conoscenza dell’importanza che ha avuto la Universal nella rappresentazione del lupo mannaro. Una raffigurazione nata e affermata nel 1941 grazie ad uno script di Curt Siodmak, che è riuscito a dar vita ad una creatura cresciuta più che altro nel folclore, e lontana dalla tradizione letteraria di mostri come Frankenstein e Dracula.
Idee come quella dell’argento – unico veicolo di morte per chi è affetto da licantropia – e del ciclo lunare legato alla trasformazione (senza dimenticare cha l’argento è connesso astrologicamente alla luna), sono state partorite dallo sceneggiatore ebreo, che è riuscito anche ad inserire nella storia paure e ricordi personali. Come quello della stella a cinque punte, che il lupo mannaro vede comparire sulla mano delle sue vittime, chiaro riferimento alle religione ebraica, nonché rimando alle persecuzioni naziste. Si può benissimo affermare quindi che la pellicola diretta da George Waggner è servita a porre le basi di un filone cinematografico giunto fino ai giorni nostri del tutto invariato, consacrando una figura tormentata da una dualità sofferta, che ricorda molto quella del Jekyll /Hyde di Stevenson.
Caratteristiche unite ad un rappresentazione entrata ormai a far parte dell’immaginario comune, questo grazie al make-up di Jack Pierce e alla pazienza dell’attore Lon Chaney Jr. (interprete di un ruolo originariamente previsto per Boris Karloff), la cui trasformazione prevedeva estenuanti sedute di trucco della durata di sei ore. C’è da dire però che ne è valsa la pena, perlomeno per il pubblico, che ha potuto ammirare il caratterista in altre quattro pellicole (caso unico questo all’interno dei classici horror targati Universal), affiancato da comprimari altrettanto famosi: il mostro di Frankenstein, il Conte Dracula, Gianni e Pinotto. Nell’ultimo coso non si tratta di orrore, questo è certo, ma chi ha mai detto che i licantropi non hanno senso dell’umorismo?
Idee come quella dell’argento – unico veicolo di morte per chi è affetto da licantropia – e del ciclo lunare legato alla trasformazione (senza dimenticare cha l’argento è connesso astrologicamente alla luna), sono state partorite dallo sceneggiatore ebreo, che è riuscito anche ad inserire nella storia paure e ricordi personali. Come quello della stella a cinque punte, che il lupo mannaro vede comparire sulla mano delle sue vittime, chiaro riferimento alle religione ebraica, nonché rimando alle persecuzioni naziste. Si può benissimo affermare quindi che la pellicola diretta da George Waggner è servita a porre le basi di un filone cinematografico giunto fino ai giorni nostri del tutto invariato, consacrando una figura tormentata da una dualità sofferta, che ricorda molto quella del Jekyll /Hyde di Stevenson.
Caratteristiche unite ad un rappresentazione entrata ormai a far parte dell’immaginario comune, questo grazie al make-up di Jack Pierce e alla pazienza dell’attore Lon Chaney Jr. (interprete di un ruolo originariamente previsto per Boris Karloff), la cui trasformazione prevedeva estenuanti sedute di trucco della durata di sei ore. C’è da dire però che ne è valsa la pena, perlomeno per il pubblico, che ha potuto ammirare il caratterista in altre quattro pellicole (caso unico questo all’interno dei classici horror targati Universal), affiancato da comprimari altrettanto famosi: il mostro di Frankenstein, il Conte Dracula, Gianni e Pinotto. Nell’ultimo coso non si tratta di orrore, questo è certo, ma chi ha mai detto che i licantropi non hanno senso dell’umorismo?
Pubblicato su: The Wolfman
5 commenti:
Una vera chicca.
L'ho apprezzato molto, anche per le varie sfumature che la sceneggiatura sa assumere e che lo rendono un film 'polimorfo'...
Molto intelligente e divertente. Chi ama i classici dell'horror non può perderlo.
Bye ^^
Uno grandissimo classico che hai fatto bene a ricordare. Venendo ai giorni nostri, pur restando nell'ambito, mi chiedevo che fine abbia fatto "L'uomo lupo" con Del Toro e Hopkins...
pellicole per palati fini...o mostruosi...che dir si voglia.
@ Iohannes: verissimo, si tratta di una pellicola ricca di sottocontesti...
@ mr hamlin: l'uomo lupo con del toro procede, e sembra anche promettere molto bene. Per Screenweek.it sto curando una spazio apposito dedicato al film, puoi seguire il link che trovi sotto la recensione...
@ Angelica Scardigno: se non l'hai visto te lo consiglio vivamente, come tutti gli horro universal del periodo. Possiedono un fascino unico...:)
Dio... non l'avevo notato!
Sto proprio invecchiando... :-)
Grazie per la segnalazione.
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