Tre ragazzi in cerca di divertimento finiscono per addentrarsi nel più terribile degli incubi.
Meta del viaggio il confine tra Texas e Messico. Obiettivi sesso, sballo e sregolatezza.
Purtroppo ad attenderli ci sarà la Magia Nera. Il trio infatti diventerà preda di un gruppo di contrabbandieri dedito ai sacrifici umani.
Ogni anno l’arrivo dell’estate coincide, cinematograficamente parlando, con il raschiare il fondo del barile. Genere prediletto, forse anche a causa dei brividi garantiti (almeno si presume), l’Horror.
Borderland, pellicola presenta all’After Dark Horrorfest del 2007, si ispira ad un fatto realmente accaduto: la scomparsa di un giovane studente Texano, rapito e ucciso da un gruppo di contrabbandieri che, con l’aiuto di un Prete di Palo Mayombe (religione africana di origine Bantu), compiva sacrifici umani per benedire e proteggere i loro trasporti di droga.
Vicenda che, unita a quell’alone di mistero che ogni anno accompagna la sparizione di milioni di ragazzi in tutto il mondo, ben si presta al cinema di genere (era già successo in passato con Wolf Creek).
Nonostante un incipit che richiama il cinema di matrice Torture Porn, l’opera di Zev Berman possiede una caratteristica fondamentale, che si afferma lentamente lungo la narrazione, e che riesce a garantirgli una nota di merito. Borderland infatti è un film che, pur traendo spunto da una miriade di titoli simili, sfugge ai classici canoni del Survivor optando per una dose minima di violenza e per una trama più consona alle pellicole di azione o di avventura.
Avventura che nel finale tocca le corde del Western più puro (cosa in gran parte dovuta all’ambientazione), culminando in un classico (un)happy end malignamente catartico.
Niente per cui gridare al miracolo, sia ben chiaro. Più che altro si tratta di un prodotto nella media, senza infamia, senza lode e facilmente dimenticabile.
Ma quanto basta a garantire un’ora e mezza di sano e adrenalinico svago.
Meta del viaggio il confine tra Texas e Messico. Obiettivi sesso, sballo e sregolatezza.
Purtroppo ad attenderli ci sarà la Magia Nera. Il trio infatti diventerà preda di un gruppo di contrabbandieri dedito ai sacrifici umani.
Ogni anno l’arrivo dell’estate coincide, cinematograficamente parlando, con il raschiare il fondo del barile. Genere prediletto, forse anche a causa dei brividi garantiti (almeno si presume), l’Horror.
Borderland, pellicola presenta all’After Dark Horrorfest del 2007, si ispira ad un fatto realmente accaduto: la scomparsa di un giovane studente Texano, rapito e ucciso da un gruppo di contrabbandieri che, con l’aiuto di un Prete di Palo Mayombe (religione africana di origine Bantu), compiva sacrifici umani per benedire e proteggere i loro trasporti di droga.
Vicenda che, unita a quell’alone di mistero che ogni anno accompagna la sparizione di milioni di ragazzi in tutto il mondo, ben si presta al cinema di genere (era già successo in passato con Wolf Creek).
Nonostante un incipit che richiama il cinema di matrice Torture Porn, l’opera di Zev Berman possiede una caratteristica fondamentale, che si afferma lentamente lungo la narrazione, e che riesce a garantirgli una nota di merito. Borderland infatti è un film che, pur traendo spunto da una miriade di titoli simili, sfugge ai classici canoni del Survivor optando per una dose minima di violenza e per una trama più consona alle pellicole di azione o di avventura.
Avventura che nel finale tocca le corde del Western più puro (cosa in gran parte dovuta all’ambientazione), culminando in un classico (un)happy end malignamente catartico.
Niente per cui gridare al miracolo, sia ben chiaro. Più che altro si tratta di un prodotto nella media, senza infamia, senza lode e facilmente dimenticabile.
Ma quanto basta a garantire un’ora e mezza di sano e adrenalinico svago.
Pubblicato su Livecity.it
1 commento:
"sano e adrenalinico svago" veder torturare e uccidere altri esseri umani non mi pare tanto "sano". Forse sono meglio i Puffi (ma volevano fare una versione slasher anche con loro).
Recensione corretta.
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