L’atmosfera, suggestiva e indubbiamente affascinante, è quella di una “Londra” Post-industriale in bilico tra passato e futuro. Tutto sembra riportare alla memoria gli squallidi quartieri di Whitechapel, teatro di efferati omicidi oggi come allora.
All’interno di questa società, uomini e vampiri (“fratelli” come impone il politically correct) vivono un patto tacito di reciproca alleanza.
Ma si sa, ogni legge è fatta (anche) per essere infranta.
A rompere le uova nel paniere ci penserà il figlio del Grande Sacerdote, stufo di bere il sangue dalla flebo e desideroso di un po’ di self service.
Perfect Creature, opera seconda di Glenn Standring, è un film pieno di buoni spunti, che dalla sua ha il pregio di reinterpretare il mito del vampiro in una maniera decorosa, quasi attuale, sicuramente lontana dalle sciatte evoluzioni cui la recente filmografia di genere ci ha abituati.
Purtroppo risente di una certa approssimazione, più che altro dovuta alle troppe strade che la storia, indecisa su dove parare, prende durante la sua evoluzione.
Un vero peccato, perché dal punto di vista estetico la pellicola funziona.
Quel gotico post-moderno, impregnato di fuliggine, dona la giusta dignità ai suoi abitanti succhiasangue, plasmati sul ricordo di Browning e Murnau.
Ma se loro la bocca la aprono per nutrirsi, al pubblico tocca farlo per sbadigliare.
All’interno di questa società, uomini e vampiri (“fratelli” come impone il politically correct) vivono un patto tacito di reciproca alleanza.
Ma si sa, ogni legge è fatta (anche) per essere infranta.
A rompere le uova nel paniere ci penserà il figlio del Grande Sacerdote, stufo di bere il sangue dalla flebo e desideroso di un po’ di self service.
Perfect Creature, opera seconda di Glenn Standring, è un film pieno di buoni spunti, che dalla sua ha il pregio di reinterpretare il mito del vampiro in una maniera decorosa, quasi attuale, sicuramente lontana dalle sciatte evoluzioni cui la recente filmografia di genere ci ha abituati.
Purtroppo risente di una certa approssimazione, più che altro dovuta alle troppe strade che la storia, indecisa su dove parare, prende durante la sua evoluzione.
Un vero peccato, perché dal punto di vista estetico la pellicola funziona.
Quel gotico post-moderno, impregnato di fuliggine, dona la giusta dignità ai suoi abitanti succhiasangue, plasmati sul ricordo di Browning e Murnau.
Ma se loro la bocca la aprono per nutrirsi, al pubblico tocca farlo per sbadigliare.
11 commenti:
Sì, c'è qualche giro a vuoto, direi a ridosso del finale, ma per il resto è un filmetto interessante e son contento anche a te sia piaciuto.
E' vero, un filmetto interessante...
Non l'ho visto, ma dalla tua recensione sembra interessante.
In effetti, da un certo punto in poi, non ho fatto altro che sbadigliare...
@ luciano: sicuramente meglio di molti horror usciti nell'ultimo periodo
@ ale55andra: già, è un vero peccato...
ne terrò conto, anche se non rientrerà tra le mie priorità assolute
cmq un'occhiata le merita!
Sono d'accordo con te sull'approssimazione. La storia si avvolge su se stessa ed è un peccato e si ha l'impressione che ci sia spazio anche per delle incongruenze. I protagonisti, però, hanno un certo fascino.
Lilith (the un-dead, ovvero: chi non muore si rivede).
ma bentornata!
é un piacere risentirti...^^
???? Com'è che ignoravo l'esistenza di siffatto filmetto? Sigh... mi sa che sto perdendo colpi...
Comunque - fermo restando la sospensione del giudizio non avendolo visto - "fratellanza", "gran sacerdote", ecc... Non è che gli autori si sono in qualche modo "ispirati" alla Massoneria?
Ah, già che ci sono, approfitto (tardivamente, ma ero in vacanza) per ringraziarti per gli auguri!
potrebbe anche essere, il fatto è che questa fratellanza oscura del film è tutt'altro che segreta...
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