La storia è vera e ancora oggi se ne parla.
Nick Cassavetes cambia i nomi, ma il risultato non cambia, la tragedia è dietro l’angolo. In “Alpha Dog” si nasconde nelle assolate vie Californiane, nei party selvaggi a base di droga, alcool e belle ragazze, nella voglia dei soldi facili, nei falsi miti cinematografici con cui questi mini boss adornano le loro abitazioni. Il quindicenne Zack non capisce, trasforma il suo rapimento in un esilio volontario che poco c’entra con la banale sindrome di Stoccolma. Il martirio diventa gita di piacere, la reale dimora diventa carcere. Lontano dalla famiglia cresce, diventa uomo, coltiva nuove brevi amicizie. Una bella storia per i nipotini.
Una brutta storia per Johnny Truelove, organizzatore del rapimento. Quello che doveva essere un semplice avvertimento per il fratello di Zack, è diventato un affare poco gestibile. Ed è di notte che si conclude questa avventura, sotto un bellissimo cielo stellato, testimone di una tragedia evitabile.
In “Alpha Dog” nessuno è veramente gangster, tutti giocano a farlo. Tutti giocano ad imitare i falsi miti televisivi, ma nessuno ci riesce. Perché i finti duri figli di papà usano pistole, si ubriacano, vendono e fumano droga, ma la sola idea del carcere gli provoca l’ansia. Il solo pensiero di vivere chissà quanto chiuso tra quattro mura porta a compiere gesti avventati. E come nel tanto amato “Scarface”, dopo l’ascesa si assiste all’inevitabile declino. Il bullo diventa assassino, ma non acquista carisma, perché uccide il suo frutto, un povero innocente colpevole solo di avere il cognome sbagliato. Prima cresciuto, poi sacrificato in nome di una falsa pace.
“Alpha Dog” potrebbe avere la potenza di un pugno nello stomaco, ma non riesce a far male. Penalizzato da una regia troppo distaccata che non dona emozioni, si perde in una rappresentazione ultra patinata degli eventi, che non sempre riesce a coinvolgere (purtroppo).
Un film che potrebbe dire molto, ma si limita alla cronaca. Realizzato comunque in maniera impeccabile.
Un cast valido, che si avvale della partecipazione di Bruce Willis e Sharon Stone.
Justin Timberlake stupisce.
Nick Cassavetes cambia i nomi, ma il risultato non cambia, la tragedia è dietro l’angolo. In “Alpha Dog” si nasconde nelle assolate vie Californiane, nei party selvaggi a base di droga, alcool e belle ragazze, nella voglia dei soldi facili, nei falsi miti cinematografici con cui questi mini boss adornano le loro abitazioni. Il quindicenne Zack non capisce, trasforma il suo rapimento in un esilio volontario che poco c’entra con la banale sindrome di Stoccolma. Il martirio diventa gita di piacere, la reale dimora diventa carcere. Lontano dalla famiglia cresce, diventa uomo, coltiva nuove brevi amicizie. Una bella storia per i nipotini.
Una brutta storia per Johnny Truelove, organizzatore del rapimento. Quello che doveva essere un semplice avvertimento per il fratello di Zack, è diventato un affare poco gestibile. Ed è di notte che si conclude questa avventura, sotto un bellissimo cielo stellato, testimone di una tragedia evitabile.
In “Alpha Dog” nessuno è veramente gangster, tutti giocano a farlo. Tutti giocano ad imitare i falsi miti televisivi, ma nessuno ci riesce. Perché i finti duri figli di papà usano pistole, si ubriacano, vendono e fumano droga, ma la sola idea del carcere gli provoca l’ansia. Il solo pensiero di vivere chissà quanto chiuso tra quattro mura porta a compiere gesti avventati. E come nel tanto amato “Scarface”, dopo l’ascesa si assiste all’inevitabile declino. Il bullo diventa assassino, ma non acquista carisma, perché uccide il suo frutto, un povero innocente colpevole solo di avere il cognome sbagliato. Prima cresciuto, poi sacrificato in nome di una falsa pace.
“Alpha Dog” potrebbe avere la potenza di un pugno nello stomaco, ma non riesce a far male. Penalizzato da una regia troppo distaccata che non dona emozioni, si perde in una rappresentazione ultra patinata degli eventi, che non sempre riesce a coinvolgere (purtroppo).
Un film che potrebbe dire molto, ma si limita alla cronaca. Realizzato comunque in maniera impeccabile.
Un cast valido, che si avvale della partecipazione di Bruce Willis e Sharon Stone.
Justin Timberlake stupisce.
2 commenti:
Non che sia vietato pubblicizzarsi il blog...ma usare i commenti sui blog altrui solo per quello...almeno dimmi se hai letto i miei post!
Ho letto quelli riguardanti il cinema...ho lasciato un commento su "Master of Horror".
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